4 marzo 2013

Mistero etrusco a Capo d'Arno


di Paolo Maggi

La nascita del “fiumicel” che bagna Firenze e il mistero delle centinaia di statuette rinvenute nel lago degli idoli fanno parte delle emozioni di questo trek tutto immerso nella parte a nord ovest del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
Scarponcelli comodi, abbigliamento e attrezzatura adeguata, neve sciolta, previsioni meteo sorridenti, un pochino d’allenamento alle gambe e una buona compagnia sono gli ingredienti necessari per gustare al meglio questa sgambata a quota 1400 slm.
Da San Godenzo raggiungiamo in auto o mezzi pubblici Castagno d’Andrea  e da lì la Fonte del Borbotto (1205 m. slm). Superata la sbarra che impedisce il passaggio alle auto, inizia una bella strada bianca che va verso Piancancelli costeggiando la riserva Integrale di Monte Falco.
La Gorga Nera (foto p. maggi)
Dopo poco imbocchiamo sulla destra il sentiero Cai n. 17 per Capo d’Arno - Valico delle Crocicchie. In breve raggiungiamo la Gorga Nera (1300 m. slm), un piccolo ma profondo stagno che rispecchia  le fronde dei faggi che lo incorniciano. Proseguiamo sul sentiero disseminato di sassi che si inerpica nella faggeta fino a raggiungere, dopo circa 45 minuti, il Passo delle Crocicchie (1406 m. slm), una tranquilla radura erbosa attraversata dal mitico sentiero CAI n. 00 che qui divide il Monte Falterona dal Monte Acuto. Procediamo sul sentiero 17 seguendo le indicazioni per Capo d’Arno.
Dopo circa 45 minuti arriveremo alla sorgente (1358 m. slm) che si presenta come un esile filo d’acqua che si insinua fra le rocce. Sopra alla sorgente una lapide apposta dal Cai di Firenze riporta i versi danteschi (Divina Commedia – Purgatorio canto XVI vv. 16/1 8) “Per mezza toscana si spazia un fiumicel che nasce in Falterona e cento miglia di corso nol sazia”.
Il Lago degli Idoli (1380 m. slm) si trova a una quindicina di minuti dalla sorgente. Basta seguire le indicazioni delle tabelle in legno.
Capo d'Arno (foto p. maggi)
Anche se il colpo d’occhio non rende onore alla forza evocativa del nome l’importanza archeologica e storica del luogo è sicuramente straordinaria. Gli etruschi lo ritenevano un luogo sacro e vi gettavano bronzetti votivi per acquistare il favore degli dei. La prima statuetta fu ritrovata casualmente sulle rive del lago nel 1883. Destò tanto interesse che qui si costituì una società formata da appassionati locali di archeologia che intrapresero una campagna di scavi. Fu addirittura deciso di prosciugare il lago e i ritrovamenti furono eccezionali: oltre 600 statuette, figure umane, mezzi busti, membra e organi umani di ogni genere (mani, braccia, gambe mammelle, occhi) e immagini di animali (buoi, capre, pecore, cavalli), grandi catene fibule un frammento di candelabro di bronzo, circa 1.000 pezzi di rame, una moneta con l'effigie di Giano e altri oggetti di varia forma e misura, datati dalla metà del VI Sec. A.c. fino al periodo ellenico. Dopo la campagna di scavo del 2005 con il “Progetto Lago degli Idoli” il luogo è stato interamente ripristinato. Dal lago possiamo riprendere il percorso inverso che ci condurrà in circa 1 ora e 45 minuti alla Fonte del Borbotto.
Il Lago degli Idoli (foto p. maggi)
Si tratta di un percorso facile, lungo circa 4,5 chilometri con dislivelli di 200 metri in salita e altrettanti in discesa. Occorre seguire il sentiero CAI n. 17.

Nota: pubblicato su Coopinforma (rivista quadrimestrale dell'Associazione Cooperative Consumatori del Distretto Tirrenico)  n. 106, marzo 2013.

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