26 maggio 2014

Cannes premia "Le Meraviglie" di Alice

"Le meraviglie" della regista fiesolana Alice Rohrwacher ha vinto il Gran Premio della Giuria al 67esimo Festival del Cinema di Cannes.
Girato in Toscana nell'estate del 2013, in gran parte fra Sorano, Sovana e Bagni San Filippo, con il sostegno del Fondo cinema della Regione, fin dal momento della presentazione al Palais du Cinema lo scorso 18 maggio, il film aveva ricevuto il favore del pubblico e di gran parte della critica, che gli aveva tributato 12 minuti di applausi e una standing ovation, sancito infine dal verdetto ufficiale e la consegna del premio da parte di una commossa Sophia Loren, che ha premiato la prima donna regista italiana che ha vinto un riconoscimento così importante al Festival del Cinema di Cannes.
Nata a Fiesole 33 anni fa, Alice Rohrwacher è al suo secondo film dopo "Corpo Celeste", presentato a Cannes nel 2011 alla Quinzaine des Réalisateurs, che le è valso il premio come miglior regista esordiente ai Nastri d'Argento dello stesso anno. Il film, che ha ottenuto il Fondo Cinema della Regione Toscana, racconta di Gelsomina, interpretata dalle dodicenne Maria Alexandra Lungu, che in un casale di campagna, in un luogo tra Toscana e Umbria, aiuta suo padre Wolfgang a prendersi cura delle api. Un padre alternativo e post-sessantottino, che vorrebbe tenere la propria famiglia - con moglie e quattro figlie - lontano dal consumismo e dai pericoli della modernità.

Ma la realtà irrompe nell'idilliaca e spartana vita campestre con una troupe televisiva, guidata dalla conduttrice Milly Catena (Monica Bellucci), che sta cercando famiglie che vogliano prendere parte ad un reality show. Ad irrompere nella vita familiare sarà anche il giovane Martin, un ragazzo uscito dal carcere e che proprio nel casale svolgerà il suo periodo di riabilitazione sociale. Nonostante il padre reale delle sorelle Rohrwacher, Alice e Alba - che è una delle protagoniste del film - sia tedesco e apicoltore, e nonostante la famiglia Rohrwacher sia effettivamente vissuta in campagna, la regista ha più volte dichiarato che il film non è autobiografico ma piuttosto il racconto di un mondo vicino al suo, dove è forte il legame tra la vita e il lavoro.
Pao. Ma.

Nessun commento: