3 settembre 2014

A Ravenna i mondiali di Dragon boat

In gara anche la Florence Dragon Boat, la squadra fiorentina di donne operate di tumore al seno, già due volte campione d'Italia.
Aperta ieri pomeriggio (martedì 2 settembre 2014) con una cerimonia che ha coinvolto le delegazioni di 27 differenti nazioni impegnate in una parata dentro e fuor d'acqua con Josefa Idem come madrina d’eccezione, la nona edizione degli IDBF Club Crews World Championships, i Campionati mondiali di Dragon Boat a squadre che da oggi a domenica si disputeranno nel Bacino della Standiana a Ravenna.
Al termine della parata che ha accompagnato l’arrivo del team Linea Rosa di Ravenna, la squadra composta dalle volontarie dell’organizzazione cittadina impegnata contro la violenza sulle donne, la cerimonia di apertura ha visto lo svolgimento della rituale danza del leone cinese che simboleggia forza e buon auspicio e, quindi, l’apertura degli occhi del dragone di un’imbarcazione, con cui, secondo la tradizione cinese, si sancisce il risveglio del dragone.
Fra gli oltre 5400 atleti e atlete partecipanti anche le dragonesse fiorentine della Florence Dragon Lady, la squadra di donne operate di tumore al seno, già campione d'Italia per due volte consecutive in questa particolare disciplina sportiva. Da oggi a domenica saranno disputate di circa cinquecento gare, suddivise per distanze (duecento, cinquecento e duemila metri) e categorie (open, femminile e misto), per l’assegnazione in totale di novantasei titoli mondiali.

foto Giorgia Calvanelli
Il dragon boat è una disciplina sportiva diffusa in tutto il mondo che prevede gare su imbarcazioni standard lunghe 12,66 metri con la testa e la coda a forma di dragone. Queste imbarcazioni sono spinte da 20 atleti, 10 a destra e 10 a sinistra, con pagaie simili a quelle della canoa canadese, al ritmo scandito del tamburino mentre il timoniere a poppa tiene la direzione con un remo lungo circa tre metri. Le sue origini risalgono ad oltre 2000 anni fa quando, narra la leggenda, il poeta e statista cinese Qu Yuan si gettò nel fiume Mi-Lo con un atto disperato per protestare contro le vessazioni cui veniva sottoposto il suo popolo dal governo di allora. I pescatori, saputa la notizia, si lanciarono con grandi barche alla ricerca del corpo di Qu Yuan sbattendo con forza le acque con i remi per allontanare i pesci. Da allora è nata una tradizione che ricorda quel giorno e si celebra in tutto l'Oriente il quinto giorno della quinta luna.
Paolo Maggi

Nessun commento: