20 marzo 2015

Discriminazioni razziali: comunque la pensiate non cadete nei luoghi comuni

Il 21 marzo è la giornata mondiale contro le discriminazioni razziali. L'Italia il paese più ignorante in materia di immigrazione. La "Carta di Roma" per una buona informazione. 


Tutti, o meglio tanti sanno che l'Italia spende per i migranti circa 12,5 miliardi di euro l'anno.
Tutti, o meglio quasi tutti non sanno però che l'Italia dai migranti incassa circa 16 miliardi di euro l'anno in particolare dalle tasse. Tutti o quasi sanno che l'Italia spende circa 35 euro al giorno per ogni immigrato. Tutti o quasi però non sanno che sdi quei 35 euro solo 2,5 vanno nelle tasche dell'immigrato. Una cosa è certa però: gli italiani sull'immigrazione danno i numeri! Una triste verità sancita anche da un'indagine dell'Ipsos del novembre scorso che attesta l'Italia come il paese più ignorante d'Europa in materia d'Immigrazione.
In particolare nel pensiero comune c'è che siamo circondati da immigrati la maggior parte dei quali musulmani. Alla domanda infatti di quanti siano gli immigrati in Italia la risposta è stata il 30 per cento rispetto a un dato reale del 7 mentre per quanto riguarda la percentuale dei musulmani la risposta è stata del 20 per cento rispetto a un dato reale che è del 4. Non c'è che dire, davvero un bel risultato a 59 anni dall'istituzione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale! Una data scelta in ricordo del massacro di Sharpeville del 1960, la giornata più sanguinosa dell'apartheid in Sudafrica: 300 poliziotti bianchi uccisero 69 manifestanti che protestavano contro l'Urban Areas Act che imponeva ai sudafricani neri di esibire uno speciale permesso se venivano fermati nelle aree riservate ai bianchi.
Se pensiamo poi che nel 2013 in Italia sono stati evidenziati ben 1396 discriminazioni e nel 2014 addirittura 1627, e se pensiamo poi che i mass media contribuiscono per il 30 per cento a  questo risultato e che di questo 30 per cento ben il 50 per cento è determinato da internet e da Facebook in particolare, per lo più attraverso i cosiddetti “discorsi di odio” c'è davvero poco da festeggiare!
Se non c'è conoscenza di un fatto o di un problema è naturale procedere con la categorizzazione e la stereotipizzazione a scapito della ragione e della verità.
Da tempo i giornalisti si sono dotati della cosiddetta “Carta di Roma”. E' un codice deontologico in materia di immigrazione che stabilisce dei principi che potremmo definire ovvi ma che purtroppo si rendono necessari come ad esempio evitare “termini impropri”, o “informazioni imprecise e o distorte”. Un richiedente asilo non è un clandestino ad esempio, senza contare che poi sui media si parla di immigrazione quasi solamente quando si verificano fatti delittuosi o comunque negativi, mai in termini positivi o situazioni positive.
La Carta fornisce anche indicazioni utili per evitare di incorrere in errori e/o orrori nel lavoro giornalistico in materia di emigrazione. Non si tratta di fare un giornalismo buonista ma un buon giornalismo!
Paolo Maggi

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