18 luglio 2015

A Nicolotti, Angioni e De Luna il Premio Pozzale


Empoli - Giulio Angioni con il libro "Sulla faccia della terra", Giovanni De Luna con "La resistenza perfetta" e Andrea Nicolotti con lo studio "Sindone. Storie e leggende di una reliquia controversa" si sono aggiudicati la 63esima edizione del Premio letterario "Pozzale - Luigi Russo".

Nel ‘Chiostro’ degli Agostiniani, nel cuore della cultura di Empoli giovedì 16 luglio si respiravano le radici, i valori e la storia di una comunità, quella empolese che, dal 1948 non manca di riunirsi, partecipare e vivere la cerimonia di assegnazione del premio che quest'anno è stata aperta dal brano "30 giorni di nave a vapore" dei Vincanto, dedicato al viaggio di tanti migranti italiani verso l'America.
Una canzone non scelta a caso. Nel corso della serata infatti si è assistito alla consegna virtuale di un premio speciale al Comune di Lampedusa e Linosa, meta dei ‘viaggi della speranza’ per migliaia di profughi. Una menzione particolare per la quale è stato approntato un collegamento video con il vicesindaco Massimiliano Sferlazzo, presente a nome del sindaco Giusi Nicolini e di tutta la popolazione isolana. «Quest’anno al nostro Premio letterario abbiamo aggiunto qualcosa in più – ha detto la sindaca di Empoli, Brenda Barnini, rivolgendosi al collega di Lampedusa in collegamento skype - perché da sindaco cerco di capire gli sforzi che fate ogni giorno, l’impegno quotidiano che mettete da sempre per accogliere, difendere, aiutare quelle persone".
Nel corso della serata Barbara Bacchelli, del comitato organizzatore, ha anche presentato il nuovo sito web del premiopozzale.it, rivisto dal Comune di Empoli a ‘costo zero’ grazie alla sinergia fra il Centro elaborazione dati, la Rete Civica e gli uffici Cultura e Stampa, oltre allo stesso comitato del premio.

I LIBRI

La Resistenza perfetta’ (Feltrinelli)
Nel settantesimo anniversario della Liberazione, Giovanni De Luna ha voluto mettere di nuovo a punto un’immagine della Resistenza che si stava offuscando. Con grande efficacia, De Luna ha scelto una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d’Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell’ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera. Giovanni De luna ha tentato una via diversa per fare storia e per comunicare anche con chi non è abituato a maneggiare testi accademici. Un saggio che si può leggere come un testo narrativo.

Sulla faccia della terra’ (Il Maestrale – Feltrinelli)
Una notte di luglio del 1258, Mannai Murenu, giovane garzone di vinaio, si ritrova morto e sepolto nella presa e distruzione della città di Santa Gia da parte dei pisani. Settant’anni dopo invece racconta di come si salva e poi con altri si rifugia in un’isoletta dello Stagno di Cagliari, già lebbrosario e adesso sgombra, dopo che i lebbrosi sono stati catapultati a infettare la città assediata. Inizia così la narrazione delle molte avventure di un gruppo di rifugiati nell’Isola Nostra: oltre a Mannai, due sediari, Paulinu servo allo scriptorium di un convento, Vera donzella nobile, Akì schiava persiana, il vecchio ebreo Baruch, tre soldati tedeschi di ventura, Tidoreddu pescatore dello Stagno, il cane Dolceacqua, poi il fabbro bizantino Teraponto e altri fino a oltre un centinaio. Nei guai della guerra si fingono lebbrosi, così protetti dal terrore del contagio. Inventano una vita di espedienti, protagonisti lo Stagno e la voglia di viverci liberi, in una grande avventura collettiva.

"Sindone. Storie e leggende di una reliquia controversa” (Einaudi)
Questo libro traccia una storia delle stoffe sepolcrali di Gesú, con particolare attenzione per quella oggi conservata a Torino. Il punto di partenza per ricostruire l'ambiente nel quale è nato e si è diffuso il culto per le diverse sindoni è il racconto fornito dai Vangeli. Procedendo lungo i secoli, dal Tardoantico al Medioevo, si nota un interesse sempre crescente e diffuso per la ricerca e il possesso di reliquie della passione e morte di Gesú, il cui numero aumenta esponenzialmente: una di queste è la Sindone di Torino, che avrà maggior fortuna rispetto a tutte le altre. La storia nota della reliquia torinese muove i primi passi nel Medioevo, quando compare in un villaggio della Francia, per poi spostarsi a Chambéry, nel cuore della Savoia, e infine a Torino, nuova capitale del ducato sabaudo e poi del regno d'Italia. È una storia a tratti avventurosa, spesso poco conosciuta e non di rado mal raccontata, fatta di episodi che la storiografia sabauda e quella ecclesiastica hanno tentato di addomesticare. È una storia che coinvolge personaggi di primo piano della nobiltà, della politica, della Chiesa e della scienza. Nell'ultima parte del libro, che riguarda il secolo XX e il XXI, la storia della Sindone si intreccia con la storia degli studi scientifici, dalle prime fotografie passando per la datazione radiocarbonica, fino ai giorni nostri. Molto spazio è dedicato a smantellare ipotesi storiografiche che non reggono alla prova della critica, allo spinoso problema dell'autenticità della reliquia e al difficile rapporto fra storia, fede e scienza.

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