21 luglio 2015

Assolto il Branco: lei non ha avuto una "vita lineare"


Care ragazze sappiatelo! 

Se volete giustizia dopo uno stupro dovrete arrivarci illibate e con un passato "lineare". Se avete avuto rapporti etero e/o omosessuali e se addirittura nel momento in cui state subendo quella orrenda violenza fisica e psicologica da parte di un branco di assatanati che m'è impossibile assimilare a una qualche umanità avete anche alzato il gomito e vi trovate in stato di ubriachezza rischiate addirittura
che una Corte d'appello oggi non cent'anni fa, assolva i tuoi aguzzini dichiarando che
  “Fu momento di debolezza della ragazza” e che “la vicenda è incresciosa, ma penalmente non censurabile".  E ancora che "la giovane era presente a se stessa anche se probabilmente ubriaca e che malgrado ciò l’iniziativa di gruppo non fu ostacolata“. Sembra storia di un altro secolo ma non lo è. Proprio in questi giorni, i giudici della Corte d'Appello di Firenze hanno assolto i sei giovani ribaltando la sentenza che nel 2008 li aveva condannati a 4 anni e mezzo per stupro della ragazza.
Una sentenza vomitevole in cui la vita della giovane viene definita “non lineare” perché “ha avuto due rapporti occasionali, un rapporto di convivenza e uno omosessuale”.
Quindi nel belpaese care ragazze se proprio volete denunciare uno stupro fatelo se siete vergini, ovviamente etero e con una vita irreprensibilmente "lineare".
No. Non è così, non deve essere così. C'è del marcio. Quei giudici, se la sentenza dice quelle cose  dovrebbero risponderne. Per come la vedo, fanno il tifo per gli stupratori alimentando una cultura di violenza.
Nel frattempo l'Italia è stata condannata ancora una volta dalla Corte di Strasburgo, quella europea per i diritti umani per intendersi, perché non tutela i diritti delle coppie omosessuali...
Il "Nostro Paese" ha violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di tre coppie omosessuali (articolo 8 della convenzione europea dei diritti umani), che da anni vivono insieme in una relazione stabile. E per questo dovrà a ognuno di loro 5mila euro di risarcimento per danni morali. A deciderlo all’unanimità è stata la Corte europea dei diritti umani (Cedu) di Strasburgo che ha condannato l’Italia, ritenendo che “la tutela legale attualmente disponibile” nel nostro Paese “per le coppie omosessuali non solo fallisce nel provvedere ai bisogni chiave di due persone impegnate in una relazione stabile, ma non è nemmeno sufficientemente affidabile”.
Paolo Maggi

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